giovedì 13 marzo 2008

PRC. Polemiche sulle liste e candidature.

Sciopero della fame per difendere una tuta blu

di Erika Dellacasa

su Corriere della Sera del 08/03/2008

Il segretario del Prc della Liguria

GENOVA — «Ho iniziato lo sciopero della fame mercoledì perché la Sinistra Arcobaleno non aveva neanche un operaio come testa di lista e continuerò lo sciopero fino alle estreme conseguenze». Così Giacomo Conti segretario ligure di Rifondazione protesta contro la mancata conferma alla Camera di Sergio Olivieri, operaio della Termomeccanica della Spezia. A Conti, che ha lanciato l'appello per far rientrare Olivieri nelle liste, non basta il gesto di Diliberto in favore del lavoratore della Thyssen. «Bene per i Comunisti italiani — dice — ma non posso tollerare che il mio partito non senta la necessità di rivedere certe scelte banditesche. Via gli operai avanti i funzionari. C'è un grave problema di democrazia interna». L'esclusione di Olivieri, poi, fa sì che il Prc non abbia in Liguria neanche un candidato sicuro: «Questa è macelleria politica» accusa Conti. Edoardo Sanguineti, già candidato sindaco di Genova per la sinistra, e don Gallo hanno scritto a Bertinotti chiedendogli una «credibile candidatura» per Olivieri e ricordandogli che «proprio a Genova la questione operaia è emersa in tutta la sua gravità».


Giordano e Ferrero, "lite" sul digiuno del compagno Conti

di GIO. M.

su Il Secolo XIX del 09/03/2008

Il leader di Rifondazione duro contro il segretario ligure: «È indegno ciò che fai». Il ministro: «Toni eccessivi»

GENOVA. La segreteria nazionale di Rifondazione non cambia le liste della Sinistra Arcobaleno in Liguria. Il partito di Bertinotti e Giordano, quindi, non avrà nessun parlamentare eletto tra La Spezia e Imperia. Il tentativo del segretario regionale Giacomo Conti di far cambiare le cose attraverso lo sciopero della fame (oggi al quinto giorno) è quindi fallito.
Anzi, ieri Conti ha dovuto registrare la durissima censura del suo segretario nazionale: «Nel nostro partito il dibattito è libero e il dissenso, anche quello più estremo, è non solo lecito - ha detto Franco Giordano - ma un valore. Ma la delegazione del Prc nella lista della Sinistra Arcobaleno ha rispettato i criteri di rinnovamento posti dal comitato politico nazionale. Si può non essere d'accordo, ma parlare come fa Conti di una "operazione banditesca" messa in atto da una parte della segreteria è non solo falso, in quanto mette in discussione l'unità del gruppo dirigente nazionale, ma anche indegno, perché ne vuole colpire l'onestà politica contermini, questi sì, che andrebbero banditi dal confronto. Riteniamo le espressioni di Conti incompatibili con la cultura politica del partito».
Conti reagisce: «Consiglierei a Giordano di non ascoltare solo le proprie parole, ma anche quelle degli iscritti del territorio. Se qui si pone un problema sulla formazione delle liste, prima di dire che c'è una frattura in Prc, mi chiederei se l'ha fatta il segretario regionale ligure o una segreteriana-zionale che è sorda alle istanze del mondo sociale e dei territori dove si costruisce il progetto della sinistra».
Conti parla di un «problema di democrazia nel partito» e chiede un congresso nazionale subito dopo le elezioni e invita Giordano «a un attivo degli iscritti che può essere convocato già la prossima settimana». Al suo fianco, l'operaio deputato uscente e non più confermato Sergio Olivieri, che cerca di «superare» l'incidente accettando comunque di essere messo in unabrutta posizione di lista: «Ora pensiamo a ottenere il miglior risultato, poi discuteremo». Quindi l'invito a Conti per tornare a cibarsi (ha perso 5 chili). Un appello che arriva da giorni dapiùparti, apartire dal capogruppoin Regione Marco Nesci, dalla sua parte.
L'appello più pesante è comunque firmato dal ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrerò: «Giacomo è uno splendido compagno e la radicalità con cui sta affrontando il nodo delle candidature operaie è l'espressione della sua passione politica e morale. Lo invito però a porre fine allo sciopero della fame che non è e non può essere lo strumento attraverso cui aprire la discussione politica sulle scelte fatte sulle candidature. E invito tutti (quindi anche Giordano, ndr) ad abbassare i toni della polemica. La discussione su questi nodi dovrà essere fatta dopo le elezioni, ma oggi è il tempo di rimboccarsi le maniche e di impegnarsi nella campagna elettorale».

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