martedì 29 aprile 2008

Chi siamo


Il Movimento per l´Unità dei Comunisti di Bologna è un movimento politico locale nato nel 2002 per favorire, per quanto nelle proprie ridotte possibilità, il processo di unità politica e culturale dei comunisti in Italia e a livello internazionale.
La figura di Antonio Gramsci è, emblematicamente, un riferimento per tutti i compagni del Movimento.
La scelta di moltissimi comunisti di opporsi alla liquidazione del PCI e, in concomitanza con l´autoscioglimento del più grande partito comunista occidentale, di mantenere anche in Italia una forza politica comunista autonoma fondando nel 1991 il Movimento per la Rifondazione Comunista, poi Partito della Rifondazione Comunista, si è rivelata giusta e lungimirante.
La "fine della storia" celebrata dagli apologeti della borghesia si è ovviamente rivelata un´illusione e le contraddizioni del capitalismo hanno segnato profondamente la storia del periodo successivo alla fine della Guerra Fredda.
Il processo di rifondazione di un Partito Comunista in Italia, in questa fase fondamentalmente regressiva per le classi lavoratrici e la democrazia, prende forza: il PRC, pur tra limiti e contraddizioni, non solo sopravvive, ma cresce e si fa sentire.
La scissione del 1998, con la nascita del Partito dei Comunisti Italiani accanto ad una Rifondazione Comunista sempre più diversa dalla sua impostazione originaria, ha costituito una sconfitta per tutto il movimento comunista. I dieci anni che ci separano da quell´evento ci pare lo dimostrino.
Le condizioni oggettive sono oggi tali da farci confermare la scelta di far vivere un Partito Comunista autonomo in Italia. Le condizioni politiche sono favorevoli al superamento della succitata e delle altre divisioni prodottesi tra i comunisti in questi lustri e al recupero di molti, preziosi compagni che di fronte a queste divisioni si sono allontanati.
La ricostruzione di un unico Partito Comunista oggi in Italia è condizione necessaria, ma non sufficiente, per riprendere, in modo non settario, ma aperto e inclusivo, il processo iniziato nel 1991 e svilupparlo verso una prospettiva non ecumenica, ma dialettica, di un rinnovamento della teoria e della prassi nel segno del marxismo (e di un suo uso non dogmatico), che consenta ai comunisti organizzati il faticoso recupero del ruolo che si vorrebbe loro nella lotta delle classi in Italia e nel mondo.

Nessun commento: